Libertà non significa assenza di regole, specie in pandemia

 

Il 25 Aprile siamo stati sopraffatti dalla barbarie di una movida senza limiti e regole nemmeno di buon senso, partecipata da chi, con tutta evidenza, del valore e del significato della Liberazione non sa proprio nulla. Abbiamo visto molte piazze italiane stracolme di persone incuranti del fatto che siamo nel bel mezzo di una pandemia. In particolare abbiamo assistito a ciò che è avvenuto a Firenze, in piazza Santo Spirito, dove di fatto era impedito il passaggio ai residenti. Tutto questo in nome delle libertà delle persone. Ma cosa è la libertà? Si può limitare in nome di un valore più grande? Se sì, fino a dove? Ha ancora senso parlare di autolimitazione in nome del principio più alto del bene comune? La salute del prossimo e soprattutto dei più deboli e fragili è oggi percepita come bene comune e come interesse generale?

Le scene a cui abbiamo assistito il 25 aprile portano a concludere che per molti la libertà individuale senza alcun limite sia un diritto indiscutibile che non può e non deve sottostare a nessuna regola. Anzi, pare che esso si incarni nel diritto di non curarsi di alcun dispositivo di sicurezza per evitare la diffusione dell’infezione da Sars-Cov-2, rischiando di contagiare e mettere a repentaglio la salute e la vita degli altri. Dopo gli assembramenti che si sono formati in molte piazze d’Italia, la domanda che ci poniamo e che dovrebbe interessare tutti, soprattutto chi governa a qualunque livello, è se può esistere un diritto senza la sua limitazione. La libertà a cui abbiamo assistito impotenti e attoniti non ci piace, la riteniamo licenza di un demos irrazionale e dal volto quasi ferino. I fatti sono talmente gravi da aver indotto il presidente dell’Ordine dei medici di Firenze a parlare di questione morale. È davvero libertà quella che invocano coloro che, senza alcun rispetto e pensiero per gli altri, e violando leggi e regole vigenti, deturpano il vivere civile senza alcuna responsabilità e senza la percezione di quali siano le ricadute delle loro azioni? Il presidente del Consiglio, durante il suo ultimo intervento alla Camera, ha parlato di valori civili e ha detto di essere certo che “l’onestà, l’intelligenza, il gusto del futuro, prevarranno sulla corruzione, la stupidità e gli interessi costituiti”. Presidente Draghi, sono questi i valori civili? È così che prevarranno? È possibile che la Repubblica democratica, che ha come mortali nemici la demagogia e la licenza, non sappia o non voglia mettere in atto i giusti e necessari rimedi? La giustizia, la cura, l’attenzione sono indispensabili e urgenti. Qualunque Recovery sarà superfluo se prima non ci occupiamo tutti insieme – cittadini e istituzioni – della pericolosa deriva imboccata da troppi cittadini e se non ritorniamo al pensiero e alla pratica della cura dell’altro e della cosa pubblica. Forse, a questo siamo giunti anche perché da decenni altro non facciamo che mercimonio di tutto, anche dei nostri centri storici, del nostro passato, della cultura e di tutta la bellezza che la nostra storia urbana ed extra urbana ci ha regalato, e perché le decisioni sono prese quasi esclusivamente tenendo conto degli interessi economici. Firenze è uno dei tanti esempi. Santo Spirito e la sua Basilica sono prese d’assedio. Il sagrato e le sue scalinate sono diventati insignificanti luoghi di continua movida, come se niente rappresentassero se non un comodo salotto nel quale consumare cibo e bevande. I monaci sono addirittura costretti a utilizzare le panche della chiesa per proteggere il sagrato da chi lo martoria e lo deturpa in ogni modo. Il 25 Aprile hanno suonato a distesa le campane per chiedere aiuto e sperare che qualcuno si accorga di cosa sta accadendo

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