Perché mi dimetterò da italiano se verrà stravolta la Costituzione

Provo a rispondere alle molte persone che hanno commentato su vari social networks l’articolo Non una riforma ma una revisione: il colpetto di Stato incostituzionale apparso sul FattoQuotidiano del 20 febbraio.

Non una riforma ma una revisione. Il colpetto di stato incostituzionale.

Finalmente leggo di un costituzionalista, giudice costituzionale emerito, Paolo Maddalena, che concorre con l'opinione che sostengo ormai da tempo (forse altri hanno espresso il medesimo concetto, mi scuso della mancata citazione dovuta alla mia ignoranza): quella che Renzi e sodali stanno completando non è una revisione costituzionale, è una riforma della Costituzione che né questo, né nessun Parlamento hanno il potere legittimo di realizzare.

Gli abusivi autoritari



Un Parlamento eletto in base a una legge elettorale dichiarata incostituzionale dalla Corte stravolge una Costituzione approvata da un’Assemblea costituente eletta secondo un equo sistema proporzionale che garantiva piena rappresentanza a tutte le forze politiche. Il che significa che chi non ha potere pienamente legittimo, neppure per legiferare e governare, rovina la Carta fondamentale approvata da un’Assemblea costituente che aveva piena legittimità.

Cerimonia con delinquente Noi onesti stranieri in patria

Cerimonia con delinquente Noi onesti stranieri in patria
Il Suo invito a Silvio Berlusconi a presenziare alla cerimonia cl'insediamento, Signor Presidente Mattarella, offende gli italiani onesti. Lo scrivo con pieno rispetto per la Sua persona e per l'istituzione che lei rappresenta; lo scrivo con sincera ammirazione per i contenuti morali e politici del Suo discorso. Partecipare alla cerimonia che segna l'avvio di un nuovo mandato del Capo dello Stato, la più alta carica della Repubblica, è un grande onore. Un onore è un premio. Lei ha ritenuto di premiare un condannato per frode fiscale, un reato particolarmente offensivo che contrasta con il principio sancito dall'articolo 53 della Costituzione della quale lei è il supremo custode: "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva". Esattamente ciò che non ha fatto Berlusconi.