Vuoi fare politica? La scuola è questa.



Enrico Letta nel libro Andare insieme, andare lontano delinea il progetto di fondare una scuola che si propone di insegnare la politica come "dedizione alla comunità e spirito di servizio", "passione e partecipazione".
La serietà del progetto merita una riflessione che deve partire dall'antica questione se la politica possa essere insegnata. L'attività politica è un'arte, una forma di sapere che mira a conseguire beni della vita pratica; come tutte le arti può certo essere insegnata. Il presupposto necessario per poter insegnare la politica nel suo significato proprio di arte di fondare, conservare e riformare una repubblica, è che chi si accinge ad imparare l'arte abbia le giuste motivazioni che non possono essere né l'altruismo perfetto che mira esclusivamente al bene degli altri senza considerare il proprio, né l'egoismo perfetto che mira esclusivamente al bene proprio e trascura quello degli altri. Deve essere invece una giusta ambizione che spinge a cercare onori e fama per buone e oneste ragioni e non con inganni, sotterfugi, menzogne violenza e tradimenti.

Riforma del Senato. Le ragioni del NO

Offro ai senatori e alle senatrici che si accingono a dibattere la riforma della Costituzione alcune ragioni per votare no. Dubito che gli argomenti che presento sortiranno qualche efficacia, ma non si sa mai. Bisogna votare "no" perché:
1) Si tratta appunto di riforma della Costituzione (cambiamento radicale dell'equilibrio delle istituzioni dello Stato) e non di revisione (modifica di pochi articoli che non tocca l'equilibrio delle istituzioni). Chiunque conosca la Costituzione, e il dibattito in sede di Assemblea Costituente, sa che la nostra Carta Fondamentale all'art. 138 autorizza la revisione, non la riforma. Se il Parlamento approva una riforma che equivale a scrivere una nuova Carta, si arroga un'autorità che non ha.