Riforma per la casta, non per gli italiani



La casta politica italiana, una delle più corrotte e ignoranti del mondo occidentale, diventerà ancora più forte e arrogante, e i cittadini ancora più impotenti e asserviti, se coloro che andranno a votare al referendum di ottobre approveranno la riforma costituzionale di Renzi-Boschi-Verdini.

Per capirlo è sufficiente riflettere sul fatto che il primo e più evidente cambiamento che la riforma introduce è togliere ai cittadini una parte importante del potere sovrano che la Costituzione riconosce loro: il potere di eleggere i membri del Senato della Repubblica. Saranno i consiglieri regionali, componenti a pieno titolo di quella casta che ci raccontano di voler abbattere, che si impadroniranno di quel potere. Ci raccontano anche che questa vera e propria espropriazione di sovranità è attenuata dall'art. 2, quinto comma, del testo della riforma: "La durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali dai quali sono stati eletti, in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi".
Il dato inequivocabile è che a scegliere i senatori non saranno più i cittadini, ma i consiglieri regionali e, di conseguenza, la casta sarà ancora più potente di prima e  più protetta dalle leggi, poiché un buon numero dei suoi adepti elevato al rango di senatore, sarà tu telato grazie all'immunità parlamentare. Se poi leggiamo attentamente l'art. 2, potremo notare un florilegio di asinerie, da quella giuridica di inserire una norma che riguarda l'elezione dei futuri senatori nel contesto di un comma che riguarda la durata del mandato, a quella politica e intellettuale di inserire in Costituzione una frase vaga come "in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi".
Se supponiamo che quella congrega nota sotto il nome di minoranza Pd, Bersani in testa, sia composta da persone sagge e leali alla Costituzione, è un mistero come abbiano potuto accettare di votare in favore della riforma. Pare che abbiano interpretato l'oscuro inciso che sopra ho riportato come una ferma difesa del principi o della sovranità popolare. Dovrebbero vergognarsi.
La riforma offende non soltanto il principio solenne che la sovranità appartiene al popolo; offende anche la dignità dei cittadini ai quali dice esplicitamente: "Quegli ingenui dei Costituenti pensavano che foste così intelligenti e maturi da potervi scegliere i rappresentanti, e invece non lo siete affatto. Avete bisogno di qualcuno che scelga per voi, dunque vi togliamo, con il vostro permesso, si capisce, questo inutile fardello che voi non siete in grado di sostenere. Ringraziateci per il tempo e la seccatura che vi permettiamo di risparmiare".
Grazie alla riforma Renzi-Boschi-Verdini, non varrà più l'aureo principio che i membri del Parlamento sono lì per rappresentare la nazione, cioè per tutelare, sostenere e promuovere gli interessi legittimi della comunità dei cittadini. L'art. 67 della nostra Costituzione afferma infatti che "ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato". Grazie alla riforma "ciascun membro della Camera dei deputati rappresenta la Nazione"; i membri del Senato sono soltanto "rappresentativi delle istituzioni territoriali" e il Senato collettivamente, "rappresentale istituzioni territoriali". Se le parole hanno un senso c'è bella differenza fra "essere rappresentativi" e "rappresentare", ma non pretendiamo troppo dai solerti riformatori. E passi pure l'autentico orrore giuridico e politico di avere dei senatori minori che non devono rappresentare la nazione ma deliberano su questioni di rilevanza nazionale e addirittura sulle leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali. Il punto che voglio sottolineare è che una parte della casta è sollevata da un dovere e premiata con un potere che prima non aveva. Non c'è che dire, è una sconfitta solenne.
È sconcertante e deprimente pensare che se vincerà il sì, sarà proprio perché la maggioranza degli italiani che si recheranno alle urne si sarà fatta beffare ancora una volta e avrà creduto all'evidente menzogna che la riforma serva a indebolire la casta. Sarà l'ennesima dimostrazione di quanto sia facile ingannare i popoli, e quello italiano più di altri, e convincerli a mettersi da soli le catene.
Possibile che almeno una volta ogni tanto gli italiani non riescano a riconquistare la loro dignità di persone e di cittadini e si stanchino di essere presi in giro e trattati da minorati mentali? Possibile che non si rendano conto che il vero modo di indebolire la casta e cambiare l'Italia è votare NO?

2 commenti:

  1. Non conosco personalmente il prof. Maurizio Viroli ma non mi era mai capitato prima di Leggere su il Fatto Quotidiano un articolo di eccezionale chiarezza come questo sulla """RIFORMA PER LA CASTA NON PER GLI ITALIANI", questo il titolo, dove non ho trovato nemmeno una sola parola superflua.
    Non ho il tempo di chiedere la preventiva autorizzazione a consigliarlo su G+1 ed a riportarlo integralmente sul mio blog sperando che Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, che leggo sin dal primo numero, e l'autore perdoneranno benevolmente questa mia scorrettezza a favore di coloro che leggeranno l'articolo sul mio blog "profumo di democrazia e liberta.wordpress.com". Ringraziando.

    RispondiElimina
  2. Bellissimo articolo prof. Viroli.
    Però mi permetta una riflessione, non credo che i cittadini italiani si facciano trattare da minorati, ritengo che siano minorati. Basti guardare i dati Ocse sull'analfabetismo funzionale in Italia che, pare incredibile, affliggerebbe il 48% degli adulti fra i 18 e i 65 anni. Come si può pretendere da chi non riesce a comprendere il senso di un testo di media difficoltà (comprendere eh, non comporre), da chi è ignaro di qualsiasi rudimento storico, da chi non ha le minime basi circa l'organizzazione istituzionale del nostro Stato, da chi ignora bellamente chi sia il Presidente della Repubblica (provi a domandarlo a 10 persone per strada, vedrà che sorpresa!)... che possa esercitare in maniera appropriata e diligente il diritto-dovere all'elettorato attivo?
    Credo che il problema sia nell'automatismo che regala l'elettorato attivo a chicchessia. Per fare una cosa banale come guidare un auto è necessario superare un esame dove dimostrare di essere in possesso dei requisiti minimi... al contrario per assolvere a un così delicato e fondamentale diritto come quello sopra detto basta compiere 18 anni. Non è incredibile?
    Ora provi a chiudere gli occhi e a pensare cosa comporterebbe l'esclusione (o la pretesa di una riqualifica intellettuale) di questi minorati - per usare, stiracchiandone il senso, le sue parole - dall'elettorato attivo. Provi a pensare quanti politici infami e parimenti analfabeti scomparirebbero, a quale salto di qualità sarebbero costretti i programmi dei principali movimenti politici etc etc etc
    Mi rendo conto che ciò sia una mera utopia ma, temo, il problema italiano (e non solo) stia tutto qui.
    Un caro saluto dalla sua Cesena e da chi con lei condivide un'altra passione oltre alla politica.

    RispondiElimina