Per
iniziativa dei deputati Marco Di Maio, Tiziano
Arlotti e Enzo Lattuca (PD, eletti in Romagna) è stata presentata alla
Camera una Proposta di Legge che dichiara punibile con la reclusione da sei
mesi a due anni “chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del
partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero delle
relative ideologie, anche solo attraverso la produzione, distribuzione,
diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi
chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia o la
gestualità”. Se il fatto è commesso
attraverso strumenti telematici o informatici, la pena è aumentata di un terzo.
La proposta
rispetta lo spirito e la lettera della Costituzione Repubblicana, in
particolare della norma finale XII che vieta la riorganizzazione sotto
qualsiasi forma del disciolto partito fascista. Per dare attuazione alla norma il
Parlamento ha approvato diverse leggi, prima fra tutte la legge 20 giugno 1952,
n. 645 (legge Scelba), e la legge 25 giugno 1993, n. 205 (legge Mancino). La
legge Scelba, com’è noto, colpisce a vario titolo le associazioni e i gruppi di
persone volti a riorganizzare il disciolto partito fascista e in particolare la
costituzione di un’associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone
non inferiore a cinque che persegue finalità antidemocratiche proprie del
partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di
lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione
o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o
svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolgendo la sua attività
all’esaltazione di esponenti, princìpi, fatti e metodi propri del predetto
partito o compiendo manifestazioni esteriori di carattere fascista.
Ma, come
rilevano giustamente i proponenti, la legislazione vigente non sanziona
esplicitamente comportamenti quali il saluto romano e la vendita di oggetti
vari volti ad esaltare il duce e il regime che, non essendo volti necessariamente
a costituire un’associazione o a perseguire le finalità antidemocratiche proprie
del disciolto partito fascista, finiscono per non essere puniti. Il tribunale
di Livorno, ad esempio, ha considerato non punibile il saluto romano dei tifosi
del Verona. E in tutt’Italia, soprattutto a Predappio, prospera tranquillo il
commercio di immonda paccottaglia che esalta il duce e il regime.
L’iniziativa
dei tre deputati è meritoria non soltanto perché mira a rendere il diritto penale
coerente con la Costituzione, ma anche perché contrasta l’atteggiamento, sempre
più diffuso, che considera la contrapposizione fra fascismo e antifascismo un inutile
rudere dell’età delle ideologie, da rottamare al pari della ‘vieta’ distinzione
destra – sinistra e, come ci ha ricordato di recente il modernizzatore Renzi, il
conflitto fra berlusconismo e antiberlusconismo.
Tollerare
manifestazioni neofasciste è moralmente ripugnante perché vuol dire farsi
complici di violazioni della dignità della persona; politicamente folle perché
in Italia il regime fascista si è affermato, non lo si dimentichi mai,
soprattutto perché lo Stato liberale scelse di non contrastarlo con la forza
legittima; intellettualmente miserabile, in particolare quando prende la forma
falsamente bonaria del perdono con l’argomento che si tratta di innocente
folklore.
Di tutti gli
argomenti che possono essere invocati per non approvare la proposta di legge,
il peggiore è quello dell’innocente folklore. Acquistare a Predappio un bel
completino per i bimbi con tanto di fascio o brindare con vino ornato da una
bella immagine del duce, sono atti né innocenti né innocui, bensì offese
inaccettabili alla memoria delle vittime del fascismo e alla coscienza morale.
Proprio
perché va coraggiosamente contro l’indifferenza e la banalità che dominano
l’opinione pubblica, dubito che questo Parlamento voterà la proposta di legge.
Se lo farà, meriterà plauso per aver approvato una proposta che nasce da serio
spirito di lealtà alla Costituzione. Un plauso mesto, tuttavia: la nuova legge,
nascerà, forse, dopo che il Parlamento ha completato, per responsabilità
primaria del PD, la riforma che stravolge l’impianto della nostra Costituzione.
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