Premesso
che il sindaco Ignazio Marino avrebbe dovuto accorgersi molto prima della ragnatela
criminale, fascista o di sinistra poco importa, che ha avvolto il Comune di
Roma, la sua frase "perché non tornano nelle fogne" rivolta alla
destra che aveva governato in Campidoglio, la destra a suo giudizio "erede
del nazifascismo" (lo si capisce bene dall'audio del discorso), esprime un
principio sacrosanto, vale adire che in Italia i fascisti non devono avere
cittadinanza politica.
Pietrangelo
Buttafuoco ritiene invece che la frase di Marino che ho citato abbia riesumato
dalla retorica degli anni 70, l'inaccettabile dogma che "uccidere un
fascista non è reato". Uccidere una Persona era reato di omicidio allora, è
reato di omicidio sempre. Negare ai fascisti il diritto di piena espressione
politica significa invece applicare la legge.
Che
i fascisti non possono avere cittadinanza politica in Italia, lo sancisce la
Costituzione repubblicana (norma finale XII) dove si legge che "è vietata la
riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista".
Lo confermano le leggi, in primo luogo la legge n. 645 del 20 giugno 1952 che
recita (art.1): "Ai fini della XII disposizione si ha riorganizzazione del
disciolto partito fascista quando un'associazione, un movimento o comunque un gruppo
di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie
del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo
di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla
Costituzione o denigrando la democrazia".
Nei
fatti, purtroppo, le leggi che vietano l'apologia del fascismo restano spesso
lettera morta (tranne lodevoli eccezioni). La Costituzione e le leggi vanno rispettate
sempre e con chiunque. Non possiamo invocare la Costituzione e le leggi contro Berlusconi
e De Luca e chiudere un occhio nei confronti dei neofascisti. Se anche
"mezza popolazione di Roma", come rileva Buttafuoco, si riconosce in
politici neofascisti, la cosa, dal punto di vista morale e del diritto, non ha alcun
rilievo. Come il consenso ottenuto da De Luca non gli dà diritto a insediarsi
come governatore della Regione Campania, così le simpatie neofasciste di molti
romani non danno al fascismo il diritto alla cittadinanza politica. Diritto che,
invece, ha pienamente qualsiasi destra non fascista.
In
questa pericolosa fase storica la guida dei nostri giudizi politici deve essere
la Costituzione repubblicana che, per chi non se ne fosse accorto, è
antifascista dal primo all'ultimo articolo.
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