Prima dei patti viene la dignità
Credo che non sia scritto in alcuna
dichiarazione, ma per me è il più importante fra i diritti. Parlo del diritto
alla dignità, quel sentimento interiore di piccola stima nei confronti di noi
stessi per quel che abbiamo fatto e facciamo, e per quel che siamo.
Proprio
perché sentimento interiore che emerge dal dialogo con la nostra coscienza e
non dall’opinione degli altri, e ancora meno dal riconoscimento delle
Costituzioni e delle leggi, nessuno, tranne noi stessi, può toglierci la
dignità. Ma è vero anche che ciascuno di noi porta con sé nel mondo il dato di
essere italiano o italiana. Essere italiani oggi vuol dire essere sottoposti
alle decisioni prese da un delinquente cacciato dal Parlamento in combutta con
un giovanotto che asseconda il suo desiderio di continuare a essere arbitro
della politica italiana, con l’avallo di una pletora di servi dell’uno e
dell’altro incapaci di dire semplicemente “No!, le indecenze dei vostri
incontri segreti non mi riguardano, il mio solo commento è il disprezzo”. La
dignità, ecco quello che ci ha tolto e ci toglie il patto fra Berlusconi e
Renzi. Con quel loro accordo ci hanno detto e dicono ogni giorno, con il
sorriso sprezzante di chi sa di poter fare ciò che vuole, che l’onestà, la rettitudine,
la lealtà alla Repubblica non valgono assolutamente nulla. Conta essere evasori
fiscali, sodali di corruttori di giudici, sostenitori di coldo sbandiera che il
suo governo ha “fatto” tante leggi; o mente quando proclama che con l’attuale
Costituzione è praticamente impossibile legiferare. In termini di filosofia
politica, quella che mi onoro di insegnare da trent’anni fuori d’Italia,
ovviamente, il comportamento di Renzi e dei suoi si fonda sul presupposto di
poter ingannare i cittadini a suo piacere. Tanto non la capiscono. O fanno
finta di non capire?
Sono dunque due i motivi per i quali ci
dobbiamo vergognare: essere di fatto governati da un delinquente assecondato da
un giovinotto, essere trattati come deficienti. Quel che più avvilisce e indigna
è che nessuno compie un passo deciso per uscire dalla palude, formare un
partito di dignità repubblicana e civile, alzare una bandiera. Cosa aspettate,
persone perbene che state a soffrire nel Pd e fate ormai fatica a guardarvi
allo specchio perché sapete che non valete nulla e vi trattano da poveri
idioti? In politica una delle virtù essenziali è la capacità di cogliere
l'occasione. Orbene, l’occasione è adesso. Se aspettate che vada al Quirinale
il burattino di Renzi e Berlusconi, e poi disfino la Costituzione, sarà troppo
tardi per qualsiasi efficacie azione politica. “Dove eravate?”, vi chiederanno,
e vi chiederò, quando Renzi e Berlusconi disfacevano pezzo a pezzo la Repubblica?
Non saprete rispondere e sarete finiti una volta per tutte. Perdere una lotta
politica non è una tragedia; perdere la dignità sì. Se poi, per miracolo o per
un momento di illuminazione di Renzi non andrà al Quirinale un prodotto
dell’accordo con Berlusconi, tanto di guadagnato per la Repubblica. Ma in
questo caso bisognerebbe chiedere a Renzi perché ha aspettato tanto a rompere
con Berlusconi e perché gli ha concesso tanti favori?
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