Altro che vietare le manifestazioni, a Macerata deve
manifestare lo Stato: manifestare la sua ferma determinazione di combattere i
fascisti con tutte le sue forze, nel pieno rispetto della Costituzione e delle
leggi. A Macerata deve andare il Presidente della Repubblica e parlare, con i
corazzieri alle spalle come prevede il cerimoniale, e con lui sul palco devono
esserci il Presidente del Consiglio, il Ministro degli Interni e quello della
Difesa, i Presidenti di Senato e Camera, i comandanti militari e delle forze di
sicurezza. Devono dire con parole chiare che la Repubblica s’impegna
solennemente a non dare tregua ai fascisti e a proteggere la libertà e la
sicurezza di tutti, cittadini e non cittadini.
Possibile che le alte cariche dello Stato, uomini e donne
colti e saggi, almeno si spera, non si rendano conto che sottovalutare il
pericolo neofascista è moralmente ignobile e politicamente suicida? Possibile
che non sappiano che lo Stato liberale è crollato nel 1922 perché non volle e
non seppe combattere i fascisti, non certo perché i fascisti erano più forti? Se
Vittorio Emanuele III avesse decretato lo stato d’assedio e mandato contro i
fascisti l’esercito e i carabinieri, avrebbe salvato lo Stato liberale. Con
tutte le differenze del caso, oggi la Repubblica democratica può sconfiggere il
neofascismo soltanto se lo combatte con la massima intransigenza.
In Italia il fascismo è un reato, l’antifascismo è un
dovere civile. Ha, quindi, perfettamente ragione Giuseppe Civati a sostenere
che “Fascismo e Antifascismo non sono in nessun modo paragonabili” e che
“manifestare l’antifascismo, celebrare la nostra religione civile è sempre
giusto”. E con lui hanno ragione le associazioni e le organizzazioni che hanno
scelto di manifestare a Macerata e hanno chiesto alle autorità competenti di
autorizzare la manifestazione. È un loro dovere ancor prima che loro diritto.
Sarebbe una vergogna tirarsi indietro.
Ma i cittadini da soli non possono vincere contro i
fascisti, poiché i fascisti usano la violenza: sparano, aggrediscono,
intimidiscono. I cittadini non possono e non vogliono scendere sul terreno
della violenza. Soltanto lo Stato può usare la forza legittima e se non lo fa
chi lo rappresenta si carica di una responsabilità gravissima.
Per giustificare la scelta di vietare le manifestazioni
non vale l’argomento dell’ordine pubblico. Lo Stato deve garantire agli
antifascisti il diritto di manifestare e proteggerli da aggressioni fasciste.
Se vuole, può farlo. Permettere agli antifascisti di manifestare significa non
solo fare capire ai fascisti che lo Stato questa volta non è con loro ma contro
di loro, ma dare forza alle istituzioni repubblicane.
Altrettanto dissennato è l’argomento di chi sostiene che
il gesto di Traini è stato un atto di solitaria follia. Chiunque abbia letto
qualche libro sulle organizzazioni terroristiche intende perfettamente che quel
che ha fatto Traini è puro terrorismo: violenza indiscriminata e a qualunque
costo, contro un determinato gruppo sociale. I terroristi, infatti, agiscono
anche a rischio della libertà e della vita, quando sanno di poter contare su
una comunità che li sostiene, li approva e li apprezza. Infatti ecco Forza
Nuova che si fa carico delle spese legali e manifesta con Casa Pound per aiutarlo,
ecco Salvini che dichiara che la colpa è di chi ha fatto arrivare gli
immigrati, ecco i molti che non parlano ma lo ammirano e lo considerano un
eroe. Proprio perché l’atto terroristico di Macerata è segno della forza delle idee fasciste, la
risposta deve essere una guerra senza quartiere.
Le parole del Sindaco di Macerata, PD, che approva la
scelta di vietare le manifestazioni in nome di un silenzio che rispetti le
ferite della città sono penose. Qualcuno gli spieghi che il silenzio è atto di
rispetto e di pietà per le vittime, ma che il dovere più importante e pressante
è fermare gli aguzzini.
Il dato vero che deve preoccupare, è che la solidarietà
antifascista, che in passato aveva unito liberali, democristiani, repubblicani,
socialdemocratici socialisti, comunisti e aveva saputo fare argine valido
contro il neofascismo e ogni altra idea che mirasse a destabilizzare lo Stato,
oggi non esiste più. Provino Pietro Grasso e Giuseppe Civati a proporre a chi a
vario titolo è alla testa degli altri partiti politici (penso a Silvio Berlusconi,
Matteo Renzi, Giorgia Meloni, Luigi Di Maio, Matteo Salvini) di firmare prima
del 4 marzo un documento comune in cui ciascuno s’impegna solennemente a
combattere il neofascismo. Sarà un fallimento.
Lo scenario che probabilmente ci aspetta è quello di un
governo di centro-destra guidato, di fatto, da Berlusconi. Com’è noto
Berlusconi in più di un’occasione ha manifestato la sua simpatia per Mussolini,
ed è poco incline a combattere i
fascisti e felice di bastonare gli antifascisti, che poi per lui sono comunisti
camuffati. Così, nel 2022, centenario dell’inizio del regime fascista, avremo
le piazze piene di fascisti ed essi stessi, o i loro amici, al governo.
I fatti di Macerata rappresentano una svolta fondamentale
nella storia della Repubblica. Le alte cariche dello Stato possono salvarla o
agevolarne la morte. Rinnovo l’appello: vada il presidente Mattarella a
Macerata e pronunci le parole giuste per sconfiggere il pericolo fascista,
prima che sia tardi.
Grazie Maurizio, sottoscrivo tutto.
RispondiEliminaPerfetto, grazie.
RispondiEliminaCi vorrebbe ancora un Presidente come Sandro Pertini
RispondiEliminaDa ex studente Le devo dire, caro Professore, che oggi parlare di fascismo in Italia non solo è qualcosa di anacronistico ma anche forviante. Ora qualcuno mi dirà che all'inizio i fascisti furono sottovalutati, vero! Ma i contesti storici non sono minimamente paragonabili. I fascisti oggi sono 4 gatti rimbambiti, per lo più nostalgici di qualcosa che nemmeno conoscono. Il gesto di Traini è il gesto di un folle, di un borderline. Perché strumentalizzare alla Saviano? Le ricordo, visto che è anche cittadino americano, che dall'inizio dell'anno, si sono verificati ben 18 episodi di mass shooting nelle scuole. Capisco il periodo di elezioni ma parlare di terrorismo è veramente assurdo: Traini non ha nessuno struttura organizzativa alle spalle. A mio modestissimo parere, la vera ideologia che la sinistra dovrebbe combattere semmai è quella liberista non quella pseudo-fascista!
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