Al ritratto critico di Marco
Travaglio, che riconosce a Virginia Raggi anche i suoi meriti – “Lavora senza risparmio;
di cose buone ne ha fatte (cultura, risanamento finanziario, legalità, no alle
Olimpiadi incluso); non ruba e non fa rubare; governare Roma senza soldi né
poteri e contro tutti i poteri è molto più arduo di quanto credesse lei, ma
anche gli altri (infatti scappano tutti); e soprattutto perché ha tutti contro
con argomenti che persino il più anti-raggiano troverebbe pretestuosi” (Il
Fatto, 13 agosto) – è doveroso aggiungere l’elogio al suo impegno
antifascista.