Ringraziamo
sinceramente per la gentile e disinteressata premura, cari mercanti
internazionali, ma dei vostri ammonimenti non ce importa un fico secco. Siete
pregati di farvi gli affari vostri anziché ficcare il naso in una questione che
non vi compete, quale la Costituzione di uno Stato sovrano, e di cui non capite
una mazza. Siete abituati a trattare con investitori, azionisti, dipendenti e
fare i conti con i profitti e coi vostri interessi. Vi sfugge il particolare che
esistono anche dei cittadini di libere repubbliche che pensano in termini di
bene comune, che non intendono prendere ordini da chicchessia e vogliono decidere
con la loro testa sotto quale Costituzione vivere.
Le ragioni del "Sì" e il fumo negli occhi
Ho
cambiato idea: al referendum sulla riforma costituzionale voterò sì. Mi rendo
conto di deludere gli amici del Fatto che hanno fino ad oggi ospitato i
miei articoli in favore del no, ma non posso fare altro. A costringermi a
modificare le mie posizioni è stato l’ispirato discorso di Matteo Renzi al
Festival dell’Unità di Bosco Albergati (Modena), in particolare la sua
affermazione che se passa il sì “i 500 milioni risparmiati sui costi della
politica pensate che bello metterli sul fondo della povertà e darli ai nostri
che non ce la fanno”.
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